GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO ENERGETICO - ANDRIANI SPA

GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO ENERGETICO

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L’INSOSPETTABILE IMPRONTA ECOLOGICA DELLA POSTA ELETTRONICA.

Quante email hai scambiato durante la giornata prima di imbatterti in questo articolo? Uno studio realizzato da The Radicati Group [1] suggerisce che entro la fine della giornata saranno mediamente più di 120! Oggi comunicare attraverso i mezzi digitali rappresenta la normalità. Tra questi, lo scambio di email è un’attività consolidata in qualsiasi occupazione lavorativa: si scambiano email tra colleghi, clienti, fornitori, amici; tramite le email si organizzano riunioni, si effettuano ordini, si condividono documenti e comunicazioni di varia importanza e urgenza, si chiudono accordi. È inoltre nozione comune che le email rappresentano l’alternativa ecologica all’ormai superato utilizzo della posta materiale, permettendo il risparmio di tonnellate di carta stampata ogni anno, oltre alle emissioni di gas serra associate al suo intero ciclo di vita – dalla produzione primaria al consumo. E se ti dicessero che anche le email hanno un impatto ambientale, tra l’altro per nulla trascurabile?

Siamo abituati a concepire la rete internet – il web – esclusivamente come qualcosa di virtuale e quindi difficilmente associabile a un impatto tangibile. Tuttavia le email che inviamo viaggiano alla velocità della luce dal nostro PC a quello del destinatario attraverso un’autostrada fatta di cavi, server, antenne e dispositivi tutt’altro che virtuali. Questi, per garantire questo servizio, hanno bisogno di energia elettrica, prodotta per il 61% da combustibili fossili a livello mondiale [2].

Tenendo conto del consumo energetico di tutti i device e infrastrutture, è stato stimato [3] che una mail è fonte di una quantità di CO2 variabile dagli 0,3 ai 50 grammi (a seconda della dimensione, del formato, del numero di destinatari e dell’eventuale presenza di allegati), valori paragonabili a quelli legati alla produzione del ben più famoso sacchetto di plastica monouso. Ebbene, questi numeri a prima vista non sembrano impressionare, ma allargando lo sguardo a livello globale gli zeri fanno presto ad aumentare. Ogni giorno in tutto il mondo vengono spedite circa 320 miliardi di e-mail [4]. In un anno, questo colossale epistolario genera circa 175 milioni di tonnellate di CO2: la stessa quantità viene emessa da un paese come l’Argentina [5] o per percorrere 650 miliardi di chilometri in auto [6], corrispondenti a 4000 volte la distanza Terra-Sole! E Se questi numeri sono riusciti ad impressionarvi, sappiate che non rappresentano che un modesto 0,5% delle emissioni globali di gas serra di origine antropica.

È quindi evidente che la causa del cambiamento climatico non è l’avvento della posta elettronica, così come la sua soluzione non è il ritorno al piccione viaggiatore. Lo scopo di questo articolo è però quello di stimolare una riflessione: la posta elettronica non è altro che un esempio di come tutto ciò che facciamo, ogni singola azione che compiamo, abbia un impatto sull’ambiente che ci circonda, un’impronta ecologica che, se sommata a quella generata da ognuno degli ormai 8 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta, raggiunge dimensioni davvero significative. Acquisire consapevolezza di questo nostro impatto, comprenderne implicazioni e conseguenze, e successivamente canalizzare questa presa di coscienza verso scelte più sostenibili è il primo passo per una sua riduzione.

Tornando alla posta elettronica, come fare ad utilizzarla in modo più sostenibile? Iniziamo con l’interrogarci su quante email superflue inviamo ogni giorno e su come possiamo fare a ridurle. Un’idea potrebbe essere quella di anticipare i ringraziamenti senza dover necessariamente inviare una email di risposta solo per ringraziare (ringraziare è educato e fondamentale nei rapporti sociali e lavorativi, si tratta solo di ottimizzare i ringraziamenti in un’ottica ecologica!). Inoltre, raccogliere più informazioni possibili nello stesso messaggio, non utilizzare questo strumento alla stregua di una chat, pulire periodicamente il cestino o la cartella spam, lavorare su documenti condivisi in tempo reale anziché su allegati che viaggiano avanti e indietro a seguito di innumerevoli modifiche, sono tutte azioni che contribuiscono a reindirizzare le nostre abitudini lavorative verso comportamenti più responsabili oltre che un ottimo punto di partenza per uno stile di vita più sostenibile.

Fonti: 

[1] https://www.radicati.com/wp/wp-content/uploads/2015/02/Email-Statistics-Report-2015-2019-Executive-Summary.pdf

[2] https://ourworldindata.org/grapher/elec-fossil-nuclear-renewables?country=~OWID_WRL

[3] Berners-Lee, Mike. “How bad are bananas?: the carbon footprint of everything”. Profile Books, 2020

[4] https://de.statista.com/statistik/daten/studie/252278/umfrage/prognose-zur-zahl-der-taeglich-versendeter-e-mails-weltweit/

[5] https://ourworldindata.org/co2/country/argentina?country=#what-are-the-country-s-annual-co2-emissions

[6] https://www.epa.gov/energy/greenhouse-gas-equivalencies-calculator